Roba da /dev/null... Ovvero: delirii su vita, informatica ed altro

Cronaca di un concorso al CNR

Fantozzi sarebbe contento...

Ore 8.00: Piovera', non piovera'? Mah. Di mani ne ho solo due: una mi serve per reggere il manualone di excel 5 prestatomi, una mi serve per restare viva nel 310. Non essendo un "full fledged male", non saprei dove mettere l'ombrello (che peraltro non ho). pertanto decido che non piovera' ed esco.

Ore 8.45: arrivo al CNR in p.zza Aldo Moro. Inizia a piovere, porca miseria.

Ore 9.30: Ha inizio la solita trafila. presentazione del documento di identita' valido e firma sul tabulato. Qualcuno cerca di farla franca presentando la tessera dell'autobus o una carta di identita' scaduta.

Ore 9.45: veniamo inscatolati tutti quanti in una sala delle conferenze claustrofobicamente piccola, priva di finestre e dove gli interruttori della luce sono sempre lontanissimi dall'ingresso.

Ore 10.00: parte il primo gruppo. destinazione? Aula Marconi, dove un rivenditore di dubbia fama ha generosamente concesso una ventina di 486 modello "standard" con dentro Windoze 3.1, Word 6, Excel 5 e dove si svolgera' la penultima prova del concorso per un solo posto di operatore tecnico di ottavo livello al CNR. Io sono stata assegnata al 2 gruppo. Dovremmo iniziare alle 11.10 massimo. Si attende e si fa su e giu' tra la sala sardine e il bar al 6 pieno (cappuccino 1000 lire e panino 1800 lire).

Ore 10.50: veniamo sfrattati dalla sala sardine e reallocati in un altra sala sardine. Chiaramente a questo punto, nella sala sardine n. 2 ci stanno solo cappotti, ombrelli, borse e libri vari. I loro possessori restano fuori, sparpagliati nel corridoio e al bar. Si attende ancora.

Ore 11.00: arriva una signora un po' attempatuccia, olezzante di profumo da Via dei Condotti, vestito firmatissimo. La signora si avvicina ad uno dei disoccupanti partecipanti a cotale concorso. Gli imprigiona la faccia tra le mani e gli strizza le guance. "Ohhhh, piccolino mio! Bello di mamma mia, sara' meraviglioso averti di nuovo vicino". "grazie mamma.". Smciuuuhhh! Il rossetto si imprime sulla fronte del giovin raccomandato. L'ambiente si raffredda e non e' di certo a causa dell'aria condizionata.

Ore 11.35: Ancora niente. Decido di fare un ultimo viaggetto al bar per un panino. Non faccio in tempo ad arrivare che gia' veniamo aggregati dai cani pastore ed istradati all'Aula Marconi.

Ore 12.00: La prova inizia in ritardo perche' uno dei 20 PC rifiuta di avviarsi. Si parteeee!!!! Un'ora di tempo per ricopiare con la massima esattezza due documenti in excel ed in word.

Ore 12.30: Dopo aver salvato la mia prova con word 6, inizio a lavorare a quella di excel. E qui iniziano le magagne. il programma si rifiuta di applicare ad alcune celle il formato personalizzato da me richiesto. Vaffanculo. Le formatto come testo. I bordi sono stati depositati nelle locazioni corrette. Piazzo le formule della somma. La somma non torna giusto. AriVaffanculo. Levo la somma e digito a mano il totale. Devo formattare il testo. E quello se ne va un po' di qui un po' di la'. Arivaffanculo. Alla fine do' il comando di salvare. Ed Excel mi dice che non ha abbastanza memoria. Clicco su OK (era l'unico bottone disponibile nel dialogo). E mi si inchioda il computer. Lancio un urlo belluino. Dopo una discussione sulle responsabilita' (mia o del computer?) Mi vengono concessi (generosamente) altri 20 minuti per rifare daccapo il lavoro. E a questo punto una cella incomincia a dare i numeri. Io ci digito pazientemente un numero di ben 15 cifre e all'enter ne ritrovo un'altro totalmente diverso. A questo punto mi incazzo. Salvo. esco. consegno il dischetto firmato (da me) e gli stampati firmati (sempre da me). ed esco di nuovo.

Sono finalmente le 13.40: e piove a dirotto. Chiedo perdono al mio amico che mi presto' il libro di excel ed uso il libro per ripararmi, sperando che nel frattempo il libro torni un po' pulito di come mi era stato consegnato.

A questo punto mi viene da chiedermi se vale davvero la pena o no di far causa a Bill Gates. O se invece non e' meglio che mi compro un ombrello e basta.

Indice degli altri racconti