Roba da /dev/null... Ovvero: delirii su vita, informatica ed altro

Notturno in Amtrak

Sono le tre o le quattro di notte, dipende da dove sono ora. L'aria condizionata non mi fa dormire e una grassona dormiente mi taglia via pian pianino pezzi del mio spazio personale. Vorrei darle una gomitata nelle costole, ma il rispetto che ho per le persone più vecchie di me è più forte, anche se quella avrà 45 anni soltanto. E vaffanculo allora. Tiro fuori il Powerbook, gioco un po' a carte. Ma la mia mente corre sui propri binari, che io voglia o no. Penso, sogno ad occhi aperti, cullata dai movimenti ondulati e bruschi del treno...

Questo treno mi sta portando da una parte, la mia mente va invece per i cazzi suoi, non so dove sto di testa: lì da cui sono partita oppure là a casa? Avrei voluto che le cose fossero andate in modo un po' diverso, ma non so come precisamente avrei voluto che gli eventi si fossero svolti. Sono un pessimo regista della mia vita. E, no, questo non è un racconto nel senso tradizionale, letterario. Al massimo è una cosa che scrivo per una audience che un po' conosco, un po' ho incontrato ed un po' mi immagino. Siatene orgogliosi, miei bellissimi fantasmini verdini: vi voglio tutti bene, nel bene e nel male.

Ancora non so cosa voglio dirvi, devo raccogliere a me tutti i lembi dei pensieri che si sono sparpagliati nella penombra delle luci smorzate. Se ripenso a quello che mi è successo nella vita che ho vissuto finora (non molta, solo 23 anni), mi viene da pensare che non amo solo l'umanità, ma amo molto pure gli uomini. Mi piacciono e non me ne vergogno. Ma non mi piacciono solo come amanti, ma anche come persone, come amici. Se poi ad un certo punto questi diversi ruoli si mischiano, fa lo stesso... Altri/e non sono d'accordo con me, si sentono più a loro agio in una divisione "classica" ed un pochino rigida di tali ruoli... lo so, c'è qualcuno lì davanti al tabellone che sorride di nascosto... sto sorridendo anche io ed a questo qualcuno dico solo questo: sei e sarai sempre un amico per me, ma non posso dire "solo e soltanto un amico" perché, anche se ti rassicurerebbe, non è così per me. Anche se ad altri fantasmini verdini cio' potrebbe dar fastidio, non posso comunque far finta di negare che il desiderio fisico ogni tanto spunta fuori a complicare i ruoli che la società ci ha arbitrariamente assegnato.

Chiudo gli occhi, mi appoggio al morbido schienale e penso a quello che è successo a me, a Robertino, a lui e al mio ragazzo. Tutte storie di amore incasinate. Non capisco, ma accetto il fatto che, stringi stringi, il problema maggiore è proprio la difficoltà di comunicazione fra singoli individui. Ma non è solo un "problema". Credo che questa sia appunto una delle importanti caratteristiche dell'essere umano. Una conseguenza oppure una delle cause dell'unicità del singolo individuo? Comunque dobbiamo ricordarcene: non abbiamo una personalità collettiva come le formiche. Siamo come i gatti, invece. È questo che amo di più nell'umanità. Ed è per questo che amo anche i gatti. Sono il nostro specchio, ad un livello primordiale, ancestrale.

C'è chi è venuto in America per scappare da una casa in cui non ci stava bene, c'è chi in America ci è venuto per lavoro e poi ci è rimasto per "abitudine" e tante altre ragioni per ognuno di noi fantasmini che finiscono in ".edu", ".gov", ".mil", ".com"... lo stesso per quelli in ".uk", ".it" e ".fr". Io in America ci ero venuta perché volevo vederla. Ma ammetto che non l'ho vista tutta bene. Questo perché tutto il mio corpo risuona in risposta al richiamo di casa mia. E tale richiamo è forte, irresistibile. Mai mi era successa una cosa simile. Mai mi era successo prima di stare via così tanto tempo di casa. Ed io, che avevo altre idee, altri piani fatti per far felice la mia curiosità dell'intelletto, avevo provato a resisterci. Ma non si può resistervi indefinitamente, neanche per prolungati periodi di tempo, e restarne indenni. Infatti, ora sto correndo verso casa, pronta anche a sacrificare un impiegato della TWA a Buck, pur di trovare un posto libero sul primo volo che mi capita sottomano!! Mi guardo allo specchio.... e un po' sembro la sorella minore di Jack Nicholson, con quegli occhi un po' assonnati ed un po' spiritati.

Ci credo che ce li ho spiritati, 'sti occhi. Provate voi a giocare a ping-pong di e-mail. In più il subject era abbastanza penoso per me... Io volevo e voglio tuttora andare via a casa ora, questa mia amica a Washington -- italiana pure lei -- invece non può neanche uscire dall'America a causa di problemi con il suo visto e voleva che io la andassi a trovare per qualche giorno prima di partire. Ma io a quel maledetto richiamo non potevo più resistere. E mi spiaceva da matti per lei, anche! Spero soltanto che il fatto che il mio volo parte da New York e non da Washington l'abbia un po' convinta a lasciarme in pace... Ah, 'sti amici di famiglia!

La notte è passata senza che me ne accorgessi. E ho capito una cosa... se voglio dormire in treno, la prossima volta devo tenere lontane le grassone dal mio sedile :) oppure passare dal "coach" al vagone-letto. Oh beh.

Uno di voi/noi fantasmini verdini mi ha detto di recente che io nel Ciberspazio ci sto a mio agio, come un pesce nell'acqua. Ci ho pensato e penso che forse è vero. Fatto è che io nel Ciberspazio non ci sono venuta apposta, deliberatamente. È stata la corrente della vita a portarmici. Prima con il C64 a 15 anni, poi il mio primo amore, un Mac Plus, che usavo per fare le traduzioni e che non era mio. Alla fine, dopo un Mac LC ed un Olivetti 386, mi hanno dato un acconto VAX come se fosse la cosa più normale. E non ho mai fatto un corso di informatica. Tutto quello che so l'ho imparato per accidente, per casi di vita. Ma mi ricordo che, quando mettei le mani su "Neuromante" di Gibson, mi hanno dovuto trascinare a forza alla cassa perché ingombravo il traffico nella piccola Feltrinelli, standomene lì sfacciata a leggerlo. E l'ho letto e riletto così tanto che ora è un po' liso, un po' stropicciato ed un po' vissuto, proprio come le "desert boots". Un segno del destino? Non lo so. Forse un po' di influenza l'ha avuto, agendo come rinforzo sulla mia passione per i computers.

Indice degli altri racconti